La TBC-XDR è arrivata anche in Italia. Otto casi certificati tra il 2003 e il 2006 di quella che potrebbe essere la più pericolosa malattia del futuro: la Tubercolosi super resistente

 

12 marzo 2007

Non bisogna abbassare la guardia nei confronti della tubercolosi super-resistente, la forma della malattia che non risponde ai farmaci di seconda linea, ma il rischio epidemia nel nostro paese non c'é. A ribadirlo è il ministero della Salute, secondo cui il fenomeno, da noi ha dimensioni limitate e controllate.

"Si conferma che questa pericolosa forma di tubercolosi - ha spiegato il ministero rispondendo alle preoccupazioni emerse per uno studio secondo il quale 8 casi si sono verificati in Italia fra il 2003 e il 2006 - è presente anche nel nostro Paese anche se si tratta di un evento non nuovo e molto raro: gli otto casi sono stati infatti identificati tra il 2003 ed il 2006, periodo in cui vi sono stati, in Italia, quasi 15mila nuovi casi di TBC. La resistenza di alcuni ceppi di Tubercolosi Multiresistente ai farmaci è tra l'altro nota da tempo, ma solo recentemente è emersa la resistenza, in tutto il mondo, anche ad alcuni dei farmaci più nuovi".

La TBC, nel nostro paese colpisce infatti prevalentemente persone ad alto rischio per immunodeficienza (come le persone affette da AIDS e i tossicodipendenti), mentre un terzo dei casi riguarda la popolazione immigrata. Non esisterebbe, secondo l'autorità sanitaria, quindi, nessun 'rischio epidemico' per la popolazione generale.

Il Centro di Controllo delle Malattie del Ministero della Salute, ha attivato comunque, già da un anno, un programma speciale di sorveglianza che include anche le indagini sulla resistenza ai farmaci. Il quadro della situazione italiana lo stanno definendo in questi giorni gli esperti che da circa 6 anni sono organizzati nella rete Smira (Studio Multicentrico Italiano Resistenze Antitubercolari), coordinata dall'ISS e della quale fanno parte una trentina di centri, presenti in tutte le regioni.

I dati, ha detto il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell'ISS, Antonio Cassone, saranno presentati nella giornata mondiale sulla tubercolosi, in programma per il 24 marzo. "Se i Paesi in via di sviluppo sono di gran lunga i più colpiti dalla malattia - spiega Cassone - insieme ai Paesi dell'ex Unione Sovietica, recentemente la forma super-resistente della tubercolosi è comparsa in Sudafrica e in Canada, mentre in Spagna si sono registrati 80 casi fra il 1991 e il 1998, tutti in persone colpite dal virus HIV e quindi dalle difese immunitarie più fragili".

"Dei circa 4.000 nuovi casi di tubercolosi che ogni anno avvengono in Italia, quelli della forma super-resistente della malattia sono pochissimi - continua l'esperto - e nessuno dei pazienti era positivo al virus HIV. Vuol dire che questa forma della malattia si diffonde con un ritmo molto lento, ma il fatto é che i casi sono comparsi, la situazione è in movimento". Ogni caso di tubercolosi deve quindi essere seguito con la massima attenzione: "é molto importante avere il polso della situazione e - ha osservato ancora Cassone - è necessaria la massima sorveglianza sul trattamento che ricevono le persone colpite dalla malattia".

La tubercolosi super-resistente, o Tbc-Edr (extensively drug resistant), compare quando la malattia non viene curata bene. Se i farmaci per la tubercolosi non vengono presi regolarmente, infatti, possono comparire forme multiresistenti della malattia (che non rispondono più ai due principali farmaci di prima linea, rifampicina e isoniazide). Se poi la tubercolosi continua ad essere non curata con continuità, possono comparire le forme super-resistenti, quelle cioè che non reagiscono nemmeno ai farmaci di seconda linea e che sono ad alto rischio di mortalità. Basti pensare che delle 8 persone colpite dalla malattia in Italia negli ultimi 3 anni, 4 sono decedute.

"Curare scrupolosamente la tubercolosi è il primo passo per evitare la comparsa delle forme resistenti sottolinea Cassone - un'attenzione tanto più importante per le persone extracomunitarie, che spesso Provengono da Paesi nei quali le forme super-resistenti di tubercolosi sono molto diffuse".

(fonte: Ansa.it)