Centrali nucleari: energia a basso costo o soluzione effimera?

 

di Andrea, 20 novembre 2007

Si è riacceso negli ultimi tempi il dibattito sul nucleare: prezzi del petrolio alle stelle, inquinamento atmosferico, bollette sempre più salate hanno fatto pensare ad una strada alternativa per la produzione di energia elettrica, quella delle centrali nucleari.

In Italia, dove la maggior parte dell'energia elettrica è importata dall'estero, con conseguente elevazione dei prezzi, si sta valutando l'idea di un ritorno al nucleare, dopo il referendum del 1986, in cui gli italiani hanno scelto di abbandonare questo tipo di produzione di energia.

Ma è davvero conveniente costruire nuove centrali nucleari, per l'ambiente e per il "portafoglio", oppure questa è solo una "toppa" temporanea che ci consente solo di rimandare di qualche anno il problema energetico? Vediamo alcuni aspetti a riguardo.

 

Vantaggi dell'energia nucleare

Gli impianti nucleari producono energia grazie alla fissione dell'uranio, generando una "reazione a catena" che permette di produrre energia elettrica a basso costo, con una piccola quantità di combustibile. I vantaggi rispetto agli altri tipi di centrale (petrolio, carbone) sono evidenti: maggiore produzione di energia con un minor consumo di materia prima e nessuna emissione di anidride carbonica. A prima vista, insomma, l'utilizzo di centrali nucleari per la produzione di energia elettrica sembra la scelta ideale: un energia pulita, senza emissioni di gas serra, e vantaggiosa economicamente.

 

La paura di un incidente 

Il disastro di Chernobyl continua ancora oggi a scuotere il mondo: ogni anno decine di bambini, nelle zone vicine alla catastrofe, si ammalano di cancro e ancora oggi non conosciamo le conseguenze della radioattività a lungo termine sulla nostra salute. Si, perché il principale svantaggio dell'uso dell'energia atomica è la radioattività, sia come risultato di un possibile incidente, sia come prodotto secondario del ciclo di produzione, ovvero le scorie radioattive. Per migliaia di anni, infatti, le scorie devono essere custodite in un luogo sicuro e questo già dà adito ad un nuovo problema: chi vorrebbe un sito di stoccaggio di scorie radioattive vicino la propria casa?

Riguardo alla possibilità di incidente, bisogna dire che le moderne centrali nucleari vengono costruite a prova di disastro: infatti, in caso di esplosione del reattore, uno spessissimo involucro conterrebbe la fuoriuscita di materiale radioattivo. Inoltre resisterebbero anche ad attacchi terroristici con aerei.

 

Fonte rinnovabile? No!

Bisogna intraprendere, però, anche un altro discorso riguardo all'energia nucleare: spesso questa viene descritta come una fonte quasi "inesauribile" di energia! Vero è, come abbiamo già detto, che una minima quantità di uranio produce parecchi megawatt, ma questo "carburante", l'uranio appunto, è una materia prima esauribile. Le oltre 400 centrali atomiche sparse nel mondo potranno funzionare ancora per pochi decenni, con l'uranio presente sulla Terra (Jeremy Rifkin, in "Cinque no al nucleare", parla di 2026 come anno in cui le risorse di minerale di cui siamo a conoscenza potrebbero esaurirsi, in caso di richiesta elevata).

E poi?

Esistono anche dei nuovi reattori, detti "autofertilizzanti", che dagli scarti della reazione nucleare producono altro materiale fissile da utilizzare per la produzione di energia. Benissimo, questo sistema potrà allungare la vita delle nostre centrali per qualche ulteriore anno.

E poi?

Quando i reattori non avranno più uranio da consumare, useremo le candele?

Ecco il problema di fondo dell'investimento sul nucleare: una fonte di energia esauribile che può coprire il fabbisogno di energia per un periodo limitato, al pari del petrolio, del carbone, del metano.

Perché, invece, non investire fin d'ora sulle fonti rinnovabili, come il solare, l'eolico, che sì coprono un fabbisogno limitato di energia elettrica, ma che in futuro potranno e dovranno diventare la principale fonte di energia.

In Europa esistono già piccoli paesi costruiti interamente in maniera ecosostenibile: produzione di energia con impianti solari, eolici e a biomassa, architettura a risparmio energetico (appartamenti isolati termicamente, esposizione al sole ecc.) e, naturalmente, collaborazione dei cittadini nel risparmio di energia! E' possibile, quindi, vivere esclusivamente con fonti rinnovabili!

 

Il costo e i tempi

C'è da dire, infine, che costruire un impianto nucleare richiede tempi relativamente lunghi e costi elevati: oltre alla costruzione, bisogna tener conto dei costi di smaltimento (o meglio, di stoccaggio) dei rifiuti radioattivi, che si protraggono per molti anni anche dopo la chiusura della centrale, costi spesi per la sicurezza, costi per la dismissione dell'impianto. Insomma, il guadagno fornitoci dall'energia a basso costo viene drasticamente ridotto nel corso degli anni.

E qui di nuovo ci poniamo la questione: conviene investire per avere un guadagno che svanirà nel corso degli anni, ottenendo una fonte energetica limitata nel tempo?

 

Link

Nucleare in Italia: si profila un ritorno?

Per approfondire, si consiglia la lettura dei documenti presenti nell'articolo.