Facebook, social networing & co.: il web "inutile" e la fine della privacy.

 

di Andrea, 30 novembre 2008

Facebook: uno dei servizi più inutili del web 2.0Su un post di Paolo Attivissimo è possibile leggere quanto segue:

Ieri sera un amico mi ha nominato Facebook e io ho fatto una faccia inorridita. Essere presente su Facebook, moi? Giammai. Preferirei fare un bidet a un rinoceronte.

Ho sempre visto Facebook come un concentrato del peggio di Internet: una colossale, rutilante, ipercinetica, vanesia perdita di tempo e di banda, come Second Life, combinata con l'offerta volontaria a chissà chi di tutta la rete dei nostri contatti e conoscenti. La Stasi avrebbe dato l'anima per ottenere quello che gli utenti danno spontaneamente ai vari siti di social networking: la mappa completa delle persone che si conoscono, e delle persone che a loro volta conoscono le persone che si conoscono, e così via. E poi ci preoccupiamo di Echelon e delle telecamere per strada.

Andare a "spiattellare" le proprie informazioni personali su internet è diventato ormai di moda ed è un passatempo apprezzato da molti, specialmente dai giovanissimi. Basta digitare il proprio nome su Google ed ecco che apparirà in cima alla lista dei risultati, come un link a Facebook. Infatti, registrandosi a Facebook, si dà il proprio assenso alla peggiore delle violazioni della privacy: tutto il mondo ti conosce!

Ma come funziona questo Facebook? vediamo passo passo cosa ci "offre" questo "utilissimo" servizio. L'iscrizione è il primo passo verso la perdita della privacy ed è un vero e proprio "punto di non ritorno" (vedremo in seguito il perché): si inserisce nome e cognome (proprio così! il tuo vero nome, non uno pseudonimo o nickname!) ed il gioco è fatto. Successivamente ci si può ricreare una vera e propria lista di collegamenti ad altre persone che hanno avuto a che fare con te nella tua vita: i tuoi compagni di scuola, del liceo, gli ex-colleghi, parenti, conoscenti ecc. Ed ecco che ognuno, anche senza volerlo, può diventare "amico" di qualcun'altro, nella grande popolazione mondiale di internet. Già, perché uno magari è tentato di iscriversi per mettersi in contatto solo con qualche compagno di scuola, ma poi chiunque può rintracciarti. Non solo: chiunque può conoscere le tue abitudini, associate ormai al tuo nome.

Bene, però se non mi va più di condividere tutto con il resto del mondo, basta cancellare il mio profilo da Facebook! Purtroppo no! Ed è questo il "punto di non ritorno" di cui parlavamo in precedenza: infatti, nonostante sia possibile eliminare il proprio account da Facebook, le informazioni personali continuano a rimanere sui server a tempo indeterminato. E lo stesso vale per i motori di ricerca, che manterranno le informazioni nei propri indici. In parole povere, lasceremo sempre delle tracce anche una volta usciti.

Anche chi non è iscritto a Facebook, quindi, può conoscere chi è iscritto e la lista dei suoi amici: basta usare Google!

No Faccialibro! Quello che dovrebbe far riflettere è che molte persone rimangono inorridite e scandalizzate quando vengono a sapere che la propria dichiarazione dei redditi è visibile liberamente sulla rete, mentre poi rivelano deliberatamente tutto ciò che riguarda la loro sfera privata, i gusti personali, le abitudini, le proprie frequentazioni, la tendenza sessuale. E se qualcuno fosse interessato a queste "informazioni" (ad esempio il nostro attuale o futuro datore di lavoro, senza che arriviamo ai servizi segreti...)?

Il web 2.0 è nato con lo scopo superare le precedenti limitazioni di internet, dando la possibilità all'utente di condividere e modificare contenuti e media (foto, video ecc.). Per questo esistono, infatti, servizi dedicati, come Flickr per le foto, Youtube per i video, Wikipedia per le informazioni, e poi i vari blog, wiki, feed...

Ma siti come Facebook non offrono nessuno di questi servizi, anzi: non forniscono alcun servizio, se non quello di rintracciare ed essere rintracciati con il proprio nome.

Link

E non finisce qui...

Come se non bastasse...ecco Koobface, il virus che infetta gli utenti di Facebook ed ottiene informazioni personali dal computer della vittima (cronologia internet, cookie, password, numero di carta di credito ecc.).

Fonte: Kaspersky Lab Detects New Worms Attacking MySpace and Facebook

Esiste, inoltre, la possibilità di ottenere le informazioni personali di migliaia di utenti iscritti grazie a script automatici, come hanno dimostrato due studenti del MIT (Massachusetts Institute of Technology) che hanno scaricato oltre 70.000 profili di Facebook.

Fonte: "Facebook: Threats to Privacy" - Harvey Jones, José Hiram Soltren

 

New 20 novembre 2009

Il Garante per la protezione dei dati personali pubblica una guida su privacy e social network: “Social Network: attenzione agli effetti collaterali”. Ecco alcune domande alle quali la guida contribuisce a rispondere, o per lo meno, a "metterci in guardia":

  • sai che le foto che pubblichi sui social network rimarranno in rete per lungo tempo, anche dopo aver eliminato il tuo profilo e anche quando non ti rappresenteranno più?
  • sei a conoscenza che i commenti e le foto inserite nei social network vengono letti durante la selezione del personale?
  • hai pensato al fatto che potresti condividere informazioni con qualcuno che può danneggiarti, ad esempio nel lavoro?

La guida è in distribuzione gratuita presso tutti gli uffici postali. Ecco i link per la guida in formato pdf:

 

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