Nel 2010 esauriti gli indirizzi web - Allarme per la saturazione della rete

 

28 maggio 2007

Gli indirizzi IPv4 stanno per finire e potrebbero esaurirsi già nel 2010, tra soli tre anni. Le combinazioni numeriche che identificano gli indirizzi in rete attualmente in uso, nella quarta versione del protocollo IP, stanno quindi per terminare e solo il 19 per cento risulta ancora disponibile. E non si tratta di una questione di poco conto, visto che parliamo di quei numeri che sono dietro agli indirizzi web che quotidianamente digitiamo.

L'allarme è stato lanciato dall'Arin, il registro americano che assegna gli indirizzi numerici, che, per far fronte al potenziale collasso, suggerisce un passaggio in massa al sistema successivo, l'IPv6. Il problema della saturazione dell'IPv4 era già stato sollevato in passato, con previsioni che parlavano di un esaurimento nel 2016 per gli indirizzi assegnati ma non allocati, e del 2023 per un esaurimento completo.

Ma l'Arin ora anticipa i tempi dell'emergenza e corre ai ripari contro le frodi nell'assegnazione di indirizzi in base a dati falsati con un protocollo ad hoc per far fronte al problema. Secondo ArsTechnica, che ha dato la notizia, la gente fornisce sempre di più informazioni fraudolente per ottenere spazi per avere un indirizzo IPv4 proprio ora che le combinazioni numeriche si stanno esaurendo.

Arin è l'organizzazione che fornisce gli indirizzi Ip in Nord America e ha quattro "sorelle" che coprono altre regioni: la Lacnic per l'America Latina ed i Caraibi, l'Afrinic per l'Africa, l'Apnic per l'Asia e il Pacifico e, per l'Europa e il resto del mondo il RipeNcc.

La soluzione è quindi il passaggio al protocollo di ultima generazione, l'IPv6, che dovrebbe risolvere una situazione ormai vicina al crollo. Garantisce infatti l'esistenza e la gestione di una quantità di indirizzi fissi pressoché illimitata che facilita le connessioni always-on, quelle in cui si sta sempre in linea, fondamentali per la convergenza tra reti fisse e mobili: il Gprs/Edge, l'Umts, il WiFi.

Eppure qualche problema c'è. Il nuovo protocollo fatica a decollare e, secondo Arin, IPv4 continua ad essere sostanzialmente più conveniente per gli utenti, che difficilmente vorranno migrare verso un sistema che, per il loro interesse, non è ancora altrettanto competitivo. Almeno in una lunga e complessa fase di transizione. In questo quadro di coesistenza, a IPv6 viene consentito l'accesso a una quantità di contenuti inferiore e a un numero di utenti minore rispetto ad IPv4. Fino a quando questo non sparirà del tutto.

(fonte: repubblica.it)